"il segno che bisogna dare è il segno della mancanza del significante. E' l'unico segno che non si sopporta perché provoca un'angoscia indicibile. E' tuttavia l'unico modo che possa far accedere alla natura dell'inconscio: alla scienza senza coscienza"



J. Lacan, Seminario VIII, pag. 257.




venerdì 22 giugno 2012

Intervento al Convegno slp Bologna 2012

Perché mi sono infatuata di Lacan? Ho preso tra le mani un libro, era di mia madre. Mia madre compra e consuma libri in quantità. Il nostro appartamento traboccava di libri,
uscivano da sotto i letti, dalle credenze in cucina, ammucchiati perfino sul
pavimento del bagno. E sì, fu proprio lì che lo incontrai. Erano gli Scritti.
Ho aperto a caso. “Dopotutto un
sogno è solo un sogno.
Coloro che oggi ne disdegnano lo
strumento per l’analisi hanno trovato, come abbiamo visto, strade più sicure e
più dirette per ricondurre il paziente ai buoni principi e ai desideri normali,
quelli che soddisfano a veri bisogni. Quali? Ma i bisogni di tutti, amico mio.
Se questo ti fa paura, fidati del tuo psicoanalista, e sali sulla tour Eiffel per
vedere com’è bella Parigi. Peccato che certi saltino il parapetto fin dal primo
piano, e per l’appunto fra quelli i cui bisogni sono stati tutti ricondotti
alla loro giusta misura. Reazione terapeutica negativa, diremmo noi.”[1]
( La direzione della cura, p. 620)
Fu amore a prima lettura. Anzi è stata
un’infatuazione per quasi vent’anni e ora è amore.
Mi ha sedotto
il tono, ma anche questa presa di posizione così netta: non c'è un giusto modo
per stare bene, ognuno ha il suo. L'analista è solo un oggetto nelle mani del
paziente, che lo maneggerà e potrà vederci ciò che vuole fino a che ne consumerà
gli ultimi miraggi. Poi qualcosa di questo dovrebbe cadere nella scuola.
Dunque,
dicevo, non esiste un io più forte e uno più debole che deve imparare a essere forte.
L'io non è che un miraggio, un'illusione ottica. Rendere l'io più forte è la
finalità di larga parte delle psicoterapie e della psicoanalisi in
circolazione. Anche le varie coaching counseling corsi di comunicazione,
autoconsapevolezza, terapie cognitivo-comportamentali, rieducazioni varie hanno
come presupposto un assunto del genere. Perfino la pet therapy, l'ippoterapia e
l'arteterapia hanno
questa
vocazione fascista, perché dovrebbe andare bene per tutti andare a cavallo,
dipingere o farsi un cane? Quello che mi ha attratto nella psicoanalisi di
Lacan è che non c'è qualcosa che vada bene per tutti.
Eppure sono anche
un’arteterapeuta. Sono tornata a fare la trincea e di una cosa sono certa:
insegna tanto fare l’educatore, anche in vesti poco più agghindate. Sono 6-12
soggetti con ritardo mentale, così classificati. Io mi occupo di loro come Di
Ciaccia, Baio, e nei testi, Freud e Lacan mi hanno insegnato. Prendo in carico
il soggetto. Tra l’altro tanti di loro mi appaiono come psicosi con esordi infantili,
trattati come ritardo.
Nel laboratorio
di pittura si dipinge, disegna, su quanti più supporti possibili. I problemi
sorgono nelle trappole immaginarie. Ieri, per esempio, non sono stata capace di
sottrarre Black da Jack che lo pilotava, e di conseguenza, non sono stata in
grado di essere fuori dall’asse a-a’. Quando, tre settimane fa, ho sostituito
Maria, Jack ha cercato di distruggermi, poi si è calmato e ha fatto tregua,
diventando, a tratti, cavalier servente. Poi, poco considerato da me, rea di antipatia,
scivolamento tra i più comuni, ma come dice una mia arguta paziente: dottoré,
io mi sono accorta che ce l’ho sempre con qualcuno, ora tocca a Jack.
Insomma il
lavoro non è dei più semplici, trovarsi nella stessa stanza con 12 psicotici
gravi, anche se sedati e, perlopiù educati, e bisogna dipingere.
Sulla
terapeutica dell’arte, ne sono certa.
La logopedia,
dicono, è terapeutica, la psicomotricità, il teatro, la musica, la cucina è
terapeutica, pure apparecchiare la tavola lo è. Un cavallo è terapeutico, un
cane, anche un topo di fogna può essere terapeutico, per qualcuno, in un certo
momento.
Dunque perché
ci sia della terapeutica occorre che si lavori, si crei arte figurativa. E
questo lo si fa.
Ma per
metterci, anche clandestinamente, o semiclandestinamente, un po’ di
psicoanalisi, occorre evitare la carneficina, evitare di essere persecutori ed
evitare che qualcun altro lo sia.
Jack era il
padrone, bilanciato da Miele, che è stato fin dall’inizio il mio difensore. Io
sciocca, un po’ ammaliata da Miele, ho lasciato confondermi, come ogni stupida
donna-oggetto quando crede di essere quello intorno a cui gira la disputa,
mentre ne è solo la posta.
Così, gli
affetti mentono e gli educatori, come anche gli analisti, continuamente si
addormentano, scivolano, s’appassionano o hanno voglia di sbattere qualcuno
contro il muro.
Jack e Miele
bilanciavano da sempre il gruppo, forse semplicemente Maria aveva un debole,
certo ricambiato per Jack.
Ieri Miele non
c’era, così io e Jack non siamo riusciti a tenerci fuori dall’autostrada. Cosa
ce ne tiene fuori? Cosa ci tiene? Fuori dai giochi dei nostri io. E’ lui a
frustrarci sempre e comunque perché là dove c'è il mio io non ci sono io. Siamo
frustrati perché siamo schiavi, alienati al nostro io. E' lui a prendersi i
meriti e a farci soffrire perché non è facendolo brillare che otterremo un
briciolo di felicità. “Tutto vanità solo vanità vivete con gioia e semplicità
state buoni se potete, tutto il resto è vanità.”[2] L'analista deve permettere al
soggetto di consumare gli ultimi miraggi, svelando i segreti della sua vanità e
mostrandogli che si credeva libero, ma era schiavo, frustrato perché lavorava
per un altro, il suo io.
Chi non gode
vuole godere e chi arriva a godere poi non riesce a fare nient'altro. A meno che,
soddisfatte tutte le sue curiosità, consumati gli ultimi miraggi, arrivi
finalmente a scegliersi la parte, fermarsi prima del baratro e scegliere di
vivere in modo etico.
Dunque, se io
e Jack non fossimo caduti in a-a’, il lavoro sarebbe andato meglio.
L'io è l'insieme
dei pregiudizi dell'uomo, in un'analisi il soggetto arriva oltre il muro
dell'immaginario, ne scopre l'impalcatura di ferro all'interno del cemento
armato. L'impalcatura simbolica delle sue identificazioni stratificate. L'ideale
dell'io e l'io ideale, ad ogni successiva mossa dello strip immaginario che
l'analisi impone. E sotto il vestito niente. Gli ultimi abiti saranno solo un
paio di significanti, loro danno la lente con cui si guardava il mondo. Perché
fa così paura? Perché il reale è così senza senso senza pietà senza argini come
nessun incubo può descrivere essendo già l'incubo protezione al reale. Eppure
una volta lì, siamo liberi, per quel poco che si può, liberi almeno dalla
schiavitù di un lavoro, per un altro, il nostro io. Poi si può scegliere,
recuperare le vesti stracciate, ricucirle, rattopparle, spinti da una necessità
consapevole e non da un macchinoso inconscio modo di procedere che ci fa
dimenticare anche l'amor proprio pur di far brillare il fallo che crediamo
d'avere o di essere. Sordi ciechi e muti abbiamo vagato anni girando in tondo
intorno a un paio di parole che contavano per noi, senza saperlo. Una volta
consumati gli ultimi miraggi anche la disperazione è preziosa, come cantavano i
CSI, anche il dolore è gelosamente sostenuto perché nostro e di tutto il genere
umano. Connessi tutti, ma per cosa? Per trovare un'etica nei confronti del nostro desiderio e del
rispetto dell'altrui. Solo l'etica ci può salvare, né la tecnica, né
l'anestesia né l'annegare in questo mare, che non è né dolce né speciale. Una
piccola zattera e ponti di comunicazione e se anche mille volte al giorno la
zattera si rompe e i ponti si sfaldano, noi pazienti a ricostruirli, noi sempre
al lavoro, ma per non ricadere nei mulinelli, per non rattristarci, per non
cedere.
L'io è la somma
dei pregiudizi. Gli ultimi miraggi si finiscono di consumare in un ultimo atto,
quello che passa l'analizzante a essere analista. Adesso basta, basta soggetto
supposto sapere, basta cercare, ora è il momento di fare, con quel piccolo
bagaglio che una volta ci pesava come un macigno ci chiudeva come una prigione
e ora ci spinge come un motore e ci sostiene come una pelle che impedisce a
milioni di cellule di disperdersi. Un io ancora ci sarà, relazioni immaginarie,
identificazioni, proiezioni, negazioni, intellettualizzazioni, che non saranno
difese, ma le uniche mosse possibili, e non vorremo privarci del privilegio, di
volta in volta, di scegliere. Ogni secondo scegliere da che parte stare e non
c'è via di mezzo o si è oggetti o soggetti. Se poi vorremo concederci ancora il
rischio di essere oggetti, che sia almeno deciso e non ce ne lamentiamo, come
una donna tra le braccia di un uomo, come un bambino tra i seni della mamma,
come un cane randagio che sceglie per un pranzo il suo padrone.
O come quando
stiamo tra di noi, nella scuola, dove le scivolate son più facili che se si
lavora, e anche se si sta coi buoni amici.
L'astronave
degli alieni è già sulla terra, da sempre, da quando il primo uomo ha usato la
paura degli altri uomini per sedare la propria.
Ha finto di
avere capito e di detenere un segreto, un sapere segreto, che può proteggere
dal rischio di essere umani.



Annalisa Piergallini







[1] J.
Lacan, “La direzione della cura”, in Écrits, cit., p. 620.
[2] Branduardi Angelo,
“Vanità di vanità”, in State buoni se
potete, 1983; testo di Luisa Zappa.

lunedì 28 maggio 2012


cadaveri camminano scheletri con grandi sorrisi
l'unica cosa che non vogliono sapere è di dover morire
l'unica cosa che non vogliono capire è di dover soffrire
vogliono ricette di felicità
vogliono non pagare nulla,...
soprattutto di proprio
fiumi di cadaveri con belle scarpe preoccupati solo di stare nella norma
anzi nella fascia medio alta della norma
ma chi sarà mai questa norma?
io la conosco dicono tutti
ma non è che lei
l'unica di cui non vogliono sapere
eppure è così semplice la felicità
non fingere di sconfiggere la morte
cadaveri fiumi di ossa che sogghignano di paura
(Annalisa Piergallini, maggio 2012)

sabato 21 aprile 2012

martedì 17 aprile 2012

L'operaia di Lacan

Un bellissimo articolo, scritto da Virginio Baio, su Adele Marcelli e il suo lavoro con l'autismo:

martedì 10 aprile 2012

Petizione autismo


Due minuti di tempo: una firma per permettere alle famiglie e ai bambini autistici di scegliere la terapia che vogliono seguire!

Y non parlava, dicevano, un vegetale, dicevano, cronico.
Senza speranze. Non molto diverso da me quando sono andata a trovare il mio
primo, e unico, analista. Y non parlava, dicevano, a me sembrava che parlasse
tutte le lingue del mondo mischiate insieme. Y aveva 4 anni, non mangiava da
solo, non faceva quasi nulla da solo, non chiamava mamma, il padre lo chiamava:
la papà. Ma loro insistono: non può parlare. Bah, a volte penso che con gli
strumenti che mi hanno dato Freud, Lacan, Di Ciaccia, Baio … sono la pubblicità
di: ti piace vincere facile?
Sì lui fece dei progressi, il padre, lo zio, la madre, le
maestre, la neuropsichiatra perfino si ricredette.
Cose dell’altro mondo, un bimbo gioca con gli altri bimbi,
un bimbo parla, magari maluccio, ma cos’è parlar bene? Un bimbo abbraccia per
la prima volta sua mamma.
Sì, son cose da sciocchi, anzi no, peggio son cose spinte,
oscene, incontrollabili, pericolose. E tutto questo miracolo come si compirebbe
poi? Come? Solo non rompendogli le scatole. Sì il bambino saprà che almeno per
quella ora che dura la terapia non avrà rotture di scatole, nessuno gli imporrà
alcunché tranne evitare di distruggere la stanza e simili, se possibile. Questo
ha effetti grandiosi, poi i bambini non perdono tempo, chi ha tempo non aspetti
tempo, ma i bambini non aspettano mai troppo, una volta che hanno un posto, si
mettono subito a lavorare. Cioè a giocare, e giocano con qualcuno che non deve
mettersi nell’asse immaginario, dell’odio e dell’amore, del servo e del
padrone. Fare qualcosa: non desiderare il soggetto, impegnarsi in un’attività
e/o sostenersi con i colleghi. Desiderare altrove.
No, fate bene a vietare, bandire, cucite tutti i buchi,
tappate le bocche, controllate, registrate, fotografate. Vietate questa pratica
barbara, presto. Nessun bambino può uscire dal suo autismo se non quando lo
dirà il cognitivista-comportamentale, la cui prassi sarà il più possibile
standardizzata e calcolata al millimetro. Saranno riprogrammati. Utenti e
dottori. Ma se l’inserimento fosse conseguito in un modo diverso, secondo
l’invenzione del soggetto?
Dai! Si vive bene qui, dove fa male ‘solo’ la schiena.

Annalisa Piergallini

martedì 14 febbraio 2012




Vi ricordo il prossimo appuntamento dell’Antenna di Ancona

il prossimo sabato 18 febbraio dalle ore 9.00 alle ore 17.00
presso la sede del Centro Heta, piazza A. Diaz 2 - Ancona.



PROGRAMMA della giornata:


9.00 - 11.00 Introduzione alla lettura Di Sigmund Freud e Jacques Lacan. Coordina ALDO TRICARICO con interventi degli allievi dell’Istituto Freudiano.


11.00 – 13.00 Presentazione e commento di casi clinici: Filippo – presentato da Elena Valentini e Emanuela Spadoni M. Scuola dell’infanzia – presentato da Francesca NicolaiCoordina ADELE MARCELLI con interventi di Mara Catalini e Sara Tentoni.


13.00 – 14.30 Pausa pranzo14.30 – 17.00 Conferenza: E se Biancaneve fosse brutta? - Intervengono: ANNALISA PIERGALLINI e MARA CATALINI. Coordina GIULIANA CAPANNELLI.

lunedì 13 febbraio 2012


Vi prego, 2 minuti di tempo per mandare una mail a ufficiostampa@ortofonologia.org per aderire alla petizione che permette alle famiglie con un bambino autistico di scegliere la terapia. Vogliono obbligare tutti a seguire per forza la terapia cognitivo-comportamentale e impedire altre visioni della questione, come ad es. quella psicoanalitica. Libertà di scelta, per le famiglie e per i bambini! Non c'è una verità assoluta e non c'è un solo modo di essere di vivere e di amare!!!!
(Annalisa Piergallini)

Di seguito l'appello di Nicola Purgato:

PETIZIONE AUTISMO
.pubblicata da Istituto Freudiano il giorno lunedì 6 febbraio 2012 alle ore 10.06 ·.Alcuni decenni orsono dall’America spirava un vento innovatore, o almeno così si spacciava, che sarebbe stato in grado di rivoluzionare la clinica psi. Si trattava dell’approccio cognitivo-comportamentale che, ad esempio, si presentava allora come il trattamento elettivo per le fobie. Gli psicoanalisti, in Europa ed in Italia, forti allora di essere nel continente in cui la psicoanalisi era nata, non si erano dati troppa pena nel contrastare quest’aria nuova che è riuscita comunque ad attraversare l’Europa.

Questo vento nel tempo è diventato un tsunami. L’Europa intera ne è stata travolta e il “cavallo di troia” oggi non è più il piccolo quanto variegato mondo delle fobie, ma l’autismo! Lo sanno bene i nostri colleghi di Bruxelles che già alcuni anni fa hanno dovuto riscrivere “nella lingua dell’Altro” la loro pratica clinica per poter essere accreditati dallo stato (cfr. “Un programma? Non senza il soggetto”, in Préliminaire 16, 2006); così come lo sanno i nostri colleghi francesi che hanno fatto del’ossessione statale per la valutazione una battaglia senza pari e senza indugi; così come i nostri colleghi spagnoli che nel giugno 2010 hanno dovuto organizzare rapidamente un forum dal titolo eloquente “Il silenzio della valutazione. Un caso urgente: l’autismo” (www.foroautismo.com) dal momento che due proposte del Partito Popolare imponevano di considerare l'autismo unicamente come un deficit cognitivo e una difficoltà dell’apprendimento da trattare pedagogicamente.

In Francia è recente la battaglia legale che la ECF ha portato avanti per far ritirare il film “Il Muro: la psicoanalisi alla prova dell’autismo” che aveva il chiaro intento diffamatorio - forzando interviste e testimonianze - di mostrare come l’approccio psicoanalitico all’autismo sia assurdo e di propagandare come unico metodo valido le cosiddette terapie cognitivo-comportamentali. Il tribunale di Lille ha "constatato che i passi delle interviste" degli psicoanalisti di fama "Esthela Solano-Suarez, Eric Laurent e Alexandre Stevens (...) attentano alla loro immagine e alla loro reputazione in quanto il senso delle loro affermazioni è snaturato" sentenziando così anche il ritiro dalle sale e da internet del docu-film.

Questo tsunami potevamo prevederlo, ma non così impetuoso. Alcuni segnali premonitori erano già lì da tempo! Le Linee guida per l'autismo. Raccomandazioni tecniche - operative per i servizi di neuropsichiatria dell'età evolutiva della SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) del 2005, pur affermando che “non esiste un intervento che va bene per tutti i bambini autistici, che non esiste un intervento che va bene per tutte le età, che non esiste un intervento che può rispondere a tutte le molteplici esigenze direttamente e indirettamente legate all’Autismo”, nel definire l’Autismo come “un disordine dello sviluppo biologicamente determinato che si traduce in un funzionamento mentale atipico che accompagna il soggetto per tutto il suo ciclo vitale” suggeriva implicitamente dei metodi esclusivamente rieducativi.

Le due associazioni di genitori di autistici più importanti in Italia, ossia AUTISMO ITALIA (art. 1) e ANGSA (art. 4) da tempo nei loro rispettivi statuti dichiarano che “si accetta che l'autismo sia la conseguenza di una disfunzione cerebrale piuttosto che un disturbo di origine psicogenetica”. Da ciò ne consegue la strenua lotta nei confronti della psicoanalisi, il matrimonio felice con i metodi cognitivo-comportamentali come il TEACCH (Treatment and Education of Autistic and Communication Handicaped Children) e l’ABA (Applied Behavior Analysis) e il discredito nei confronti anche del libro del nostro collega Martin Egge (www.autismotreviso.org/Martin_Egge.htm; http://proautismo.org/2010/11/02/la-scienza-smentisce-i-martin-hegge).

Ora, come molti di voi sapranno, visto lo spazio che l’evento ha occupato su giornali e notiziari, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha elaborato delle linee guida nazionali per l’autismo (“Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti”) che sono state presentate a Roma il 26 gennaio u.s. Tra gli intenti di queste linee guida vi è quello di fare luce su una ridda di metodi e proposte terapeutiche, molte delle quali rasentano la creduloneria e hanno dato e danno luogo tuttora a “viaggi della speranza” inconsistenti da parte di molti genitori di autistici. L’inghippo sta invece nel fatto che viene proposto come unico metodo scientifico per la presa in carico di questo handicap (!) l’approccio ABA e si raccomanda alle istituzioni di ogni livello e grado di attenersi a tali indicazioni.

L’assunzione di un unico modello terapeutico, non solo è impoverente e scientificamente parziale (si ignora tutta una letteratura ‘altra’ sia italiana che straniera, si fanno scelte epistemologiche discutibili nella clinica...), ma avvia un processo di omologazione della pratica clinica imposto dallo Stato (su evidente pressione di alcuni gruppi e associazioni). La psicoanalisi, ad esempio, non è - e volutamente - citata e presa in considerazione. Si comincia con l’autismo... ma è tutta la concezione della clinica, del soggetto e del reale ad essere messa radicalmente e ufficialmente in discussione.

A fronte di ciò la scorsa settimana - in concomitanza con la presentazione delle Linee Guida dell’ISS, un gruppo bipartisan di parlamentari – Udc: Paola Binetti, Teresio Delfino, Marco Calgaro, Nunzio Testa; Pd: Luciana Pedato; Pdl: Lucio Barani; Api: Donato Mosella, Emanuela Baio; Fli: Carmine Patarino – durante la conferenza stampa ‘Luci e ombre sulle linee guida sull’autismo’ svoltasi a Montecitorio assieme ad alcune associazioni di genitori ed esperti del settore, hanno chiesto di aprire un tavolo di riflessione sulle Linea Guida.

I promotori di questa iniziativa a Montecitorio (che possiamo far risalire all’Istituto di Ortofonologia di Roma - Ido) hanno successivamente elaborato una petizione che sarebbe opportuno sostenere e divulgare. Come già discusso con la presidente Paola Francesconi, non è la petizione che avremmo scritto noi, visto che sono stati omessi diversi elementi teorico-clinici che noi avremmo sicuramente messo in evidenza, ma rimane comunque una petizione importante e - soprattutto - già esistente, il cui intento è di riaprire il tavolo di lavoro. Sono a stretto contatto con il principale promotore dell’iniziativa che conta su di noi non solo per accrescere il numero di coloro che sottoscrivono la petizione (conditio sine qua non per riaprire il tavolo all’ISS), ma anche per apportare nella fase successiva un contributo teorico e di esperienze che possa allargare l’orizzonte delle attuali linee guida. Se si arriverà, come mi auguro, a questo momento, sarà prezioso il lavoro di molti di noi. Per ora, d’accordo con la presidente SLP, cerchiamo convergenze e alleanze con istituzioni e associazioni che condividono con noi una prospettiva più rispettosa della soggettività di molti bambini e ragazzi che tanti di noi hanno avuto modo di incontrare e di prendersi cura. La posta in gioco è anche - inutile dirlo! - il posto e il destino della psicoanalisi nella nostra epoca e in Italia.

Chiedo pertanto, a chi lo desideri, di aderire in nome proprio alla petizione seguendo il link che trovate qui sotto. Mi auguro che molti di voi possano accettare questo invito e vi ringrazio fin d’ora.



Nicola Purgato

Direttore terapeutico Antenna 112 e Antennina

Centri educativi-riabilitativi per minori autistici di Venezia





http://www.ortofonologia.it/allegati/AUTISMO_petizione.pdf



.

martedì 7 febbraio 2012


Scuola di specializzazione post-universitaria, quadriennale, in psicoterapia, riconosciuta dallo Stato.
ANTENNA DI ANCONA 2012

Segreteria organizzativa
Viale della Vittoria, 24
-60123 Ancona
Tel. 338 3535742 ALDO TRICARICO
E-mail: antennaancona@istitutofreudiano.it

Commissione di coordinamento
ANTONIO DI CIACCIA Presidente dell’Istituto freudiano
GIULIANA CAPANNELLI, ADELE MARCELLI, ALDO TRICARICO, coordinatori

Iscrizione
La domanda di ammissione va inviata alla Segreteria organizzativa per e-mail:
antennaancona@istitutofreudiano.it. L'iscrizione risulterà effettiva dopo l'accettazione della domanda e il pagamento della quota d'iscrizione.

L'AMORE E LA DONNA seminario fondamentale
Il seminario fondamentale è costituito da due insegnamenti: uno teorico, che prevede la lettura e il commento di un testo di J. Lacan, e uno pratico che prevede l esposizione di casiclinici che evidenziano il valore operativo della teoria.
Testo di riferimento: Lettura e commento del testo di Jacques Lacan: “Il Seminario. Libro XX. Ancora , Jacques Lacan, Einaudi

Docente invitato: FRANCESCA BIAGI
Caso clinico presentato da: BEATRICE BOSI

Orari Seminario teorico: ore 09:00-13:00
Seminario di casi clinici: ore 14:30-16:30


Gruppo di studio 1
Introduzione alla lettura di Freud e Lacan

Date
18 febbraio 2012
24 marzo 2012
5 maggio 2012
26 maggio 2012

Coordina ALDO TRICARICO
con interventi degli allievi dell’Istituto Freudiano

Orario: ore 9:00-11:00

Gruppo di studio 2
Presentazione e commento di casi clinici
(da parte di Allievi dell’Istituto freudiano, diplomati o fuori corso)

Date
18 febbraio 2012
24 marzo 2012
5 maggio 2012
26 maggio 2012

orari: 11.00-13.30

Gruppo di studio 3
La psicoanalisi, la cultura e la società

18 febbraio 2012
''E se Biancaneve fosse brutta?''
Intervengono: ANNALISA PIERGALLINI e MARA CATALINI

24 marzo 2012
“La psicoanalisi tra passato e presente”
Interviene: DIEGO CAMPETTI

05 maggio 2012
“La donna, la scrittura e la spiritualità”
Interviene: CRISTIANA SANTINI

26 maggio 2012
“La Psicoanalisi e la Scuola”
Interviene: CARLA TISI

Coordina: GIULIANA CAPANNELLI

Orario: ore 14:30-17.00

Luogo: Sede Centro HETA
Piazza Armando Diaz, 2
-Ancona

lunedì 6 febbraio 2012



ESTERNO 11 di Vincenzo Lopardo


A cura di Annalisa Piergallini



MEDIAMUSEUM , P.zza Alessandrini 34 Pescara , tel.085 4517898

info@premiflaiano.it

dal 26 gennaio al 4 febbraio 2012
da lunedi a sabato escluso festivi 10.30 -12.30 / 17.00 -19.00


INAUGURAZIONE sabato 28 gennaio h.17.30

musiche di Davide Laudadio



ESTERNO 11 di Vincenzo Lopardo


La prima volta che ho scritto per lui, ho scritto superdotato, perché Lopardo ha una gestualità
pittorica invidiabile. Lo dico da pittrice. Ed è veloce, per giunta.
Non mi dimentico quando ho visto per la prima volta le foto dei lavori di Vincenzo. Un uomo, del
verde. Era un trittico. Una sorta di schematizzazione pittorica della castrazione. Indimenticabile
verde. Considerate che io ero e sono una psicoanalista. Ero semplicemente felice. Si trattava di un
trittico di Reset. Una serie che Vincenzo aveva praticamente già completato prima che lo
conoscessi. Non gli ho mai parlato di castrazione e non lo farò ora. La castrazione non è un arrosto,
ma gli somiglia. E’ quell’operazione di taglio, una e unica, ma anche perpetua, umana, mancante,
incompleto, desiderio.
Un altro lavoro si è intagliato nella mia mente, sempre dello stesso Reset. C’è una figura bianco-
viola, e un’altra più lontana, si guardano. Si sono guardati. Si devono ancora vedere. E’ un attimo,
gelato. Il momento dello sguardo fugace, intenso. Che si sono detti quei due? Che non si sono detti.
Quanto del loro incontro è ancora da dire? Quanto loro stessi ignorano.
Vincenzo è generoso, ma nella sua pittura è feroce e non concede nulla di più di ciò che è
strettamente necessario.
Un fotogramma. Una fetta di fotografia. Un movimento. Un movimento mancato.
Ne è passato di tempo da allora, era il 2002, il 2003 . Tu ti arrabbieresti se non dicessi che Reset.
Anche se tu stesso m’avverti che è evoluzione di Reset, che poi è stata Ester e ora, Esterno 11.
Cosa è successo? Ora stiamo al mare e i personaggi sono più confusi con lo sfondo, più amalgamati,
chissà forse si sono un po’ civilizzati. C’è meno violenza, c’è più noia, meno rancore. L’aria è più
distesa, lo sfondo è bianco, spesso. Tutti al mare!
Personalmente, poi, ho un debole per i matrimoni. Queste pose da superdotato ubriaco, uomini
robusti, qualcuno fa la girandola, una schiaccia il suo grosso seno sullo smoking dello sposo.
Sì forse si può davvero sopravvivere, sembra dirci Lopardo, perfino vivere, sul filo sospeso di un
perenne ciak.


Annalisa Piergallini


conferenze pubbliche

ISTITUTO FREUDIANO

ANTENNA DI ANCONA

SCUOLA LACANIANA DI PSICOANALISI
SEGRETERIA DI ANCONA

CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI ANCONA

Sala del Consiglio Comunale
Piazza XXIV maggio 1, Ancona
ore: 17.00 -20.00

28 gennaio 2012

La verità delle donne sull'amore

Antonio Di Ciaccia

psicoanalista a Roma, Presidente dell'Istituto Freudiano

La conferenza è libera e gratuita


(Illustrazione: "Lacune", tecnica mista su carta, Annalisa Piergallini, 1997)