"il segno che bisogna dare è il segno della mancanza del significante. E' l'unico segno che non si sopporta perché provoca un'angoscia indicibile. E' tuttavia l'unico modo che possa far accedere alla natura dell'inconscio: alla scienza senza coscienza"



J. Lacan, Seminario VIII, pag. 257.




domenica 23 ottobre 2011



Convegno presentato dall’ L’Aied (Associazione italiana per l’educazione demografica)
La femminilità vista dall’arte e dalla psicoanalisi


Parlare della donna ha un senso se i mass-media continuano a proporci immagini di donne giovani, magre e bellissime, donne-oggetto che si offrono alla sfaccettata, ma immobile, perversione, perversione che ci racconta di una sessualità storicamente maschile, a cui la donna si presta, ma null...a ci dicono del piacere squisitamente femminile, al di là del suo farsi guardare e del suo farsi merce.
Parlare della donna ha senso in Italia dove, più che altrove, le donne hanno successo soprattutto se si vendono, se si spogliano, se si ritoccano. E dove i vertici pubblicizzano un’esistenza di egoismo, individualismo, consumismo, quando contemporaneamente in tutto il mondo si cercano modelli alternativi e più intelligenti del capitalismo spietato.
Parlare della donna ha senso se le donne si sono risvegliate e hanno riscoperto un nuovo femminismo, più contemporaneo, che risponde alla violenza, mai diminuita, del sesso forte sul cosiddetto sesso debole.

Parlare delle donne ha senso per l’Aied che ad Ascoli ancora più che altrove dà un luogo alle donne che intendono scegliere e che non trovano altri spazi, perché la nostra realtà è ancora impregnata di valori maschilisti e tradizionalisti.
Parlare delle donne ha senso per la psicoanalisi che proprio ascoltando le donne è nata e che si occupa di svelare il mistero del godimento femminile, dell’inimicizia tra donne, dell’amore folle e della commedia dei sessi.
Parlare delle donne ha senso per l’arte che si occupa di vedere il mondo e le sue cose da una visione altra, e femmina, al di là del sesso, è l’artista che parla dipinge compone e scrive da quel luogo dell’altrove, che il corpo della donna incarna.


L’incontro comprende:

- Presentazione della dott. ssa Laura Olimpi, pediatra, presidente dell’Aied, Ascoli Piceno. - “Streghe sibille e donne perdute”, intervento della dott.ssa Annalisa Piergallini, psicoanalista, Membro SLP, scuola lacaniana di psicoanalisi.
Le donne perdute nei testi di una grande scrittrice, Marguerite Duras, che ha avuto il coraggio di indagare la sessualità femminile e l’amore folle. La psicoanalisi di Freud e Lacan, in particolare nella distinzione tra donne che rincorrono il desiderio e donne che pretendono il godimento, e nella scoperta di come, nella clinica, questo godimento femminile sia essenzialmente oltre quello fallico. Le streghe e le sibille nella visione di Joyce Lussu, donne detentrici di un sapere legato alla concretezza e alla comunione con la natura, sapere che è stato sempre adombrato e perseguitato dalla cultura occidentale e dominante. - video di Vincenzo Lopardo, pittore, e di Annalisa Piergallini, con i volti e le testimonianze di donne di diverse età. - “Donne di cuori e donne di picche” intervento della dott.ssa Mara Catalini, psicologa, specializzanda in psicoterapia all’Istituto Freudiano per la Clinica, la Terapia e la Scienza. La manipolazione mediatica attraverso soprattutto la pubblicità e la televisione, negli ultimi 30 anni ci ha ossessionato con immagini di donne bellissime, magre, giovani e sessualmente ammiccanti. La femminilità come oggetto sessuale è stato il tormentone preferito anche di telegiornali e di giornali popolari, nonché del governo italiano tutt’ora in carica. Si tratta di un richiamo a una sessualità maschile sganciata dall’amore e segregata nella polimorfica, ma statica perversione. Dal punto di vista della realizzazione del soggetto, lo schiacciamento sull’immagine e più in generale sui primati dell’io non ha fatto che alimentare la falsa idea della felicità che conviene al consumismo e alle élites di potere, ampliando l’individualismo, l’isolamento e la ricerca di oblio.
- lettura dei testi della scrittrice Patricia Monica Vena.
- Buffet

Loro ci raccontano che le donne sono tutte magre, ma non è vero. Loro ci raccontano che le donne sono tutte puttane, ma non è vero. Loro ci raccontano che le donne godono solo a incarnare fantasie maschili, ma non è vero. Loro ci raccontano che per essere felici bisogna vendersi l’anima, ma non è vero. Il soggetto è sempre felice, ci dice Lacan, psicoanalista francese, dunque niente a che vedere con i successi dell’io, che non fa che alienarci. L’io è la più bella del reame, l’io è il più ricco, il più potente, il più forte, l’io è un altro. Se Biancaneve fosse brutta, probabilmente non sarebbe più infelice. Bella è chi si ribella, dice uno slogan di un nuovo, divertente, femminismo.


Con i patrocini:
- della Commissione Provinciale delle Pari Opportunità
- della SLP, Scuola Lacaniana di Psicoanalisi del Campo Freudiano
- dell’Istituto Freudiano per la Clinica, la Terapia e la Scienza, scuola quadriennale di specializzazione post-lauream in psicoterapia

Visualizza altro

giovedì 29 settembre 2011



PROGRAMMA


Mattino

ore 9.00 Accoglienza
ore 9.45 Apertura

ore 10.00 Introduzione: Paola Francesconi, presidente S.L.P.

ore 10.15 Tavola rotonda:“Sradicamento, perdita di
senso dell’esistenza,

questione femminile”

Intervengono:

Carmen Leccardi, professore ordinario di Sociologia della Cultura, Università di Milano-Bicocca Monsignor Agostino Marchetto, Segretario, sino al 2010, del Pontificio Consiglio dei migranti

Giuliana Kanzà, psicoanalista, membro SLP

Coordina e discute Pierre-Gilles Guéguen, psicoanalista a Parigi, membro ECF

Illustrazioni cliniche:

Nicola Purgato, psicoanalista, membro SLP

Laura Rizzo, psicoanalista, membro SLP

Discute: Carlo Viganò, psicoanalista, membro SLP


ore 12,30 Pausa pranzo


Pomeriggio


ore 14.00 Tavola rotonda "Che fare di ciò che resta di un'analisi"


Intervengono:

Paola Bolgiani, psicoanalista, membro A.E. della SLP

Sergio Caretto, psicoanalista, membro A.E. della SLP

Coordina e discute: Pierre-Gilles Guéguen


ore 14.50 Tavola rotonda "Nuovi scenari simbolici: precarietà soggettiva,

lavoro povero,omologazione"


Intevengono:

Paolo D’Alessandro, professore associato di Filosofia

teoretica dell’Università degli Studi di Milano
Massimo Amato, professore di Storia della moneta,

Università Bocconi di Milano

Rosa Elena Manzetti, psicoanalista, membro SLP


Coordina e discute Pierre-Gilles Guéguen

Illustrazioni cliniche:

Pasquale indulgenza, psicoanalista, membro SLP

Massimo Termini, psicoanalista, membro SLP

Discute: Marco Focchi, psicoanalista, membro SLP


ore 17.00 Conclusioni:

Pierre-Gilles Guéguen e Paola Francesconi



• Iscrizione in loco

Quota:

20 Euro

10 Euro -per gli studenti



• Verrà rilasciato attestato di partecipazione


• Per informazioni:

Scuola Lacaniana di Psicoanalisi (SLP)

Via Daverio, 7 - Milano

e-mail. segreteriaoperativa@scuolalacaniana.it

Tel e Fax 02 54122747

www.scuolalacaniana.

sabato 24 settembre 2011

Convegno. La voce del silenzio. Come la psicoanalisi cura l'autismo.


Fermo
Teatro “Antonini”
via Visconti D'Oleggio, 58

28 Settembre 2011 ore 15,00-18,00


Apertura dei lavori 15.00-15.30

I Sezione: 15.30-16.40
 “1, 2, 3….stalla! che posto dare all’errore?
Dott.ssa Mara Catalini Psicologa del lavoro e delle organizzazioni. Specializzanda psicoterapeuta presso l’istituto Freudiano di Roma:scuola quadriennale in psicoanalisi
-In cui si tratteranno alcune questioni inerenti la funzione dell’insegnante, lette attraverso gli occhiali della pedagogia e della psicoanalisi

 visione spezzoni dei film:
 “Ben x”
 Rain man

 “La lingua non ha ossa, ma ossa rompe”
Dott.ssa Annalisa Piergallini, Psicologa clinica, Psicoterapeuta, Psicoanalista, Membro della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi
-a partire dal commento del film ci farà un quadro generale su che cos’è l’autismo

Spazio di parola

II Sezione: 16.50/19.00

 “Marco e i suoi personaggi, come difendersi dal mondo”
la Dott .ssa Cristina Amabili, Psicologa dell’età evolutiva, specializzanda psicoterapeuta, presso l’istituto Freudiano di Roma:scuola quadriennale in psicoanalisi
-ci mostrerà come un bambino autistico, attraverso le sue trovate, si difende dal mondo esterno
 “ i bambini autistici vanno a scuola”
Dott.ssa Adele Marcelli, Psicoterapeuta, Psicoanalista, Membro della Scuola lacaniana di Psicoanalisi e dell’Associazione Mondiale di psicoanalisi,
-ci porterà nel luogo più estremo, quello dell’incessante lavoro che il bambino autistico è costretto a svolgere per sopravvivere

 “Bisogna credere!”
Sig.ra Giuliana Martinelli,
-testimonianza di una madre di un bambino autistico

Spazio di parola

lunedì 16 maggio 2011


DIBATTITO CATANIA

Prostituzione della parola
Cristiana Santini

Due temi riempiono le pagine dei giornali negli ultimi tempi: morte e prostituzione. C’è da chiedersi se dipenda da un aumento delle due o da un interesse particolare verso tali argomenti. La cosa non cambia.
Nel tempo della globalizzazione, trasformata in omogeneizzazione, tutto sembra essere solo oggetto di mercato. Oggetto che si può vendere, che si può acquistare. La parola non è immune a questo destino. Venduta. Prostituita.
La situazione Italiana rivela, meglio di altre, questa tendenza, propria di tempi segnati dalla logica consumistica: la prostituzione. Appare ovvio, da un punto di vista psicoanalitico, che ove la parola non costituisce più un bene prezioso, tale per cui “dare la parola” sia indice di impegno e garanzia della implicazione del soggetto nei suoi detti, il soggetto stesso si perde. Non trova più un ancoraggio nel simbolico, per costituirsi parte civile nel processo istituito contro la sua particolarità. Diviene oggetto e, in quanto tale, merce di scambio.
Fa riflettere, e non è un caso, che i risultati di una ricerca sulla quantità di avvocati in Italia ne rivelino un numero tale che, nel solo circondario di Roma, se ne trovano tanti quanti in tutta la Francia. Anche nel caso della più semplice incomprensione c’è il ricorso alla legge. La sensazione diffusa è che non ci sia più possibilità d’intesa con l’altro. Una sorta di “paranoicizzazione” dei rapporti, che induce a fare appello al terzo perché riduca l’immaginario che dilaga ove il simbolico non tiene più. Ma anche il ricorso alla legge non tiene, poiché è fatto non in nome di una idealizzazione della giustizia, al contrario con l’obbiettivo di asservirla alle proprie ragioni e utilità, eliminando la sua funzione di limite al plsusgodere di ciascuno. La legge perde la sua dimensione simbolica, solo parole che si possono girare e rigirare come si preferisce, alla maniera dell’azzeccagarbugli manzoniano, tutto sta a sfruttare la loro innata ambiguità. Coloro che colgono la gravità della situazione fanno appello alla costituzione, alla patria, alla storia, nel tentativo di reintrodurre del simbolico che restituisca consistenza alle parole.
Gli ultimi avvenimenti della politica italiana danno la misura dello sgretolamento del simbolico. Le singole storie svelano padri che, anziché incarnare la funzione di limite al godimento, facendosi sembianti di un ordine, di una legge protettiva rispetto al reale della pulsione, autorizzano al godimento fuori-legge, che anzi si fa legge.
L’uso della parola nei mezzi di comunicazione subisce il massimo sfruttamento. Ciascuno parla, scrive, senza vergogna, senza pudore, come se non avesse nulla da perdere, nulla a che fare con ciò che dice o di cui lascia traccia su di un foglio. Parole usate per incantare, addormentare, confondere, insultare, in una guerra apparentemente senza morti, perché la parola è stata disinnescata e non “uccide” più, come si diceva un tempo, perché non rappresenta alcuno presso un qualche ordine simbolico condiviso. Purtroppo se non ci sono vittime non è perché tutti sono salvi, ma perché tutti sono già morti. Dove non si tiene conto del reale della castrazione, non c’è desiderio, quindi non c’è soggetto, non c’è vita, solo corpi illusi di vivere perché impegnati a consumare.

Paola Turroni, poetessa, per la quale la parola è una cosa molto seria, scrive nel suo Il mondo è vedovo:

“Guardati nudo, mostrati orgoglioso, le tue ferite sono
La loro vergogna, mostra il vuoto di quello che hanno preso.
Questi corpi spellati si seccano, come arringhe, come funghi.
Corpi stesi secchi, messi alla prova
Destinati alla terra.

Tieni la paura della morte-tu che la provi come cicuta
Una goccia per volta. La morte è tenere l’attenzione.
Tieni la paura, fai sosta prima del valico
La morte è il limite che serve a bilanciare.
Sono i morti, il numero dei morti, che fa la differenza
-il loro prestigio.”

La morte serve a bilanciare. Le ridondanti notizie sulle morti, sui morti che ovunque coprono la terra, servono a bilanciare? Dove la parola è disinnescata, dove il simbolico frana, dove non c’è limite al godimento, il reale imperversa, graffia, ritorna. Cosa più della morte lo rappresenta.
E la psicoanalisi? La psicoanalisi rischia di essere travolta dalla prostituzione della parola se anch’essa si perde nella sua dimensione di senso e non ne coglie la funzione di segno, se affoga nell’enunciato e non punta il dito sull’enunciazione. Il soggetto è un vuoto, che le parole non riescono a prendere né a spiegare, ma del cui passaggio possono costituire la traccia, affinché egli non si riduca solo a un corpo che si “secca come arringa”.
Chi ha conosciuto Jacques Lacan non ha scuse. Egli non lascia dubbi su questo punto. Pur nella difficoltà della lettura, i suoi testi offrono strumenti per fare diagnosi e cura del male che ha reso mute le parole.
La medicina cerca di tenere in vita corpi che sono sempre più vuoti. La psicologia e un certo modo d’intendere la psicoanalisi cerca di curare quei vuoti riempendoli di parole, di spiegazioni, di senso. Una progressione infinita, che conduce all’implosione, creando voragini o deserti. La psicoanalisi del reale, quella che indica Lacan, è un artiglio che ferisce le pareti viscide di quel vuoto, non lo riempie, lo arpiona in qualche sua parte, ciascuno la sua, perché da quell’aggancio si possa fare qualcosa di singolare della propria esistenza. L’uso della parola in questa logica è segnato dalla responsabilità di chi la pronuncia, da una posizione etica rispetto alla propria posizione, rispetto all’atto di dire, alla propria condizione di essere-parlante, di essere in quanto parlante e non viceversa.
La testimonianza di chi abbia fissato il suo arpione, nel proprio lavoro di analista o occupando posti diversi in cui la psicoanalisi trova un suo utilizzo, può offrire un’occasione: un orizzonte alternativo all’illusione mortifera di una vita senza perdite, senza limiti, senza ferite, piena fino all’orlo, che affoga il desiderio e quindi il soggetto. Ma occorre “guardarsi nudi , mostrarsi orgogliosi” perché “le tue ferite sono la loro vergogna”, occorre “tenersi la paura della morte”, non negare il reale della castrazione. Occorre aver fatto un’analisi ed essere rimasti analizzanti di fronte al proprio inconscio.

lunedì 2 maggio 2011

Amore e desiderio al femminile


Conferenza gratuita
della Dott.ssa Marie-Hélène Brousse
Psicoanalista, membro dell'Ecole de la Cause Freudienne
e dell'Associazione Mondiale di Psicoanalisi

Sala del Consiglio Comunale
Piazza XXIV Maggio, 1
Ancona
Sabato 21 MAGGIO 2011
Inizio Conferenza Ore 16.30


Presentata dall'
ISTITUTO FREUDIANO PER LA CLINICA LA TERAPIA E LA SCIENZA
ANTENNA DI ANCONA

con la
SCUOLA LACANIANA DI PSICOANALISI DEL CAMPO FREUDIANO
Segreteria di Ancona

Patrocinio del
Comune di Ancona

e dell'
Ordine degli Psicologi delle Marche

Per informazioni
338 3535742

venerdì 29 aprile 2011

Modernità della psicoanalisi. Nella clinica, nella cultura, nel sociale

Casa Internazionale delle donne
Via della Lungara 19 (ingresso da Via S. Francesco di Sales) Roma

Sabato 7 maggio, ore 10.00

Interviene

Paola Francesconi membro SLP AMP Presidente della Scuola lacaniana di Psicoanalisi

Contributi dei membri e partecipanti alle attività della Segreteria di Roma


"La psicoanalisi non può proporre il ritorno a un umanesimo prima del discorso della scienza, il ritorno a un padre precedente alla sua dissoluzione. Se teniamo conto di questa definizione della modernità della psicoanalisi, potremmo darci come stimolo per il lavoro del Convegno l'interpretazione e la decifrazione di come ciascuno di questi tre ambiti (clinica, cultura, sociale), sia rimaneggiato, rimodellato, dall'incidenza del discorso scientifico attuale, e collocare in queste conseguenze la psicoanalisi e la sua capacità, a partire dalla sua esperienza, di isolare i punti in cui si segnala maggiormente il rischio di quella forclusione del soggetto che è sempre all'orizzonte dello sviluppo esponenziale della scienza contemporanea. Forclusione particolarmente evidente quando, nel terreno clinico, il ricorso alla chimica, o alla causalità biochimica, tende ad abolire il reale dell'essere parlante" (SLP- Corriere Verso Catania, Paola Francesconi)

Per la Segreteria,
Laura Rizzo

La torta di miraggi (primo atto)

... e che diventino indifesi come bambini. Perché la debolezza è potenza e la forza è niente. Quando l'uomo nasce è debole e duttile. Quando muore è forte e rigido. Così come l'albero, mentre cresce è tenero e flessibile. E quando è duro e secco muore. Rigidità e forza sono compagni della morte. Debolezza e flessibilità esprimono la freschezza dell'esistenza. Ciò che si è irrigidito non vincerà.

Stalker (1979) - A.Tarkovskij - Il monologo dello Stalker




Sono partita, in questa caccia all'Io lacaniano, dal testo degli Scritti “Funzione e campo della parola e del linguaggio” (p. 231-316 dell'edizione italiana). Si tratta di una relazione, tenuta da Lacan all'Istituto di Psicologia di Roma il 26 e 27 settembre 1953 a un Congresso di psicoanalisti di alcuni paesi europei.
Nel '53 era in atto un conflitto tra la Società parigina dell'IPA (Società Internazionale di Psicoanalisi fondata da Freud). Successivamente a questo conflitto Lacan creerà la Società Francese di Psicoanalisi. Lacan parla a questo Congresso nonostante ci siano stati dissapori e tentativi di non farlo parlare in questa sede. E' interessante notare che cinquant'anni dopo, cioè nel periodo in cui collaboravo con un professore dell'Università di Roma, ho ricevuto il veto definitivo su Lacan: potevo seguire tesi, ma non su Lacan, potevo tenere seminari, ma non su Lacan. Ordini superiori, ancora influenti, da quello che dicono, oggi, nel 2011, quasi sessant'anni dopo “Funzione e campo”.
Lacan almeno allora poté parlare. E' vero che era un personaggio importante della Società parigina e uno psicoanalista piuttosto conosciuto della Società Internazionale.
Direi che il nucleo della questione risiede proprio nella concezione lacaniana di io, che fa precipitare nel vuoto tutta la psicoanalisi dell'io, nonché quasi ogni forma di psicoterapia.
Rendere l'ego più forte è la finalità di tutte queste terapie, più forte, come quello del terapeuta, che ce l'avrebbe più forte di tutti, almeno di tutti i suoi pazienti.
Come si misura la forza dell'ego? Dalla capacità di sopportare la frustrazione. Ma, in una psicoanalisi, osserva Lacan, la frustrazione non deriva che da lui, dall'ego.
Il soggetto si impegna, in analisi, in “uno spossessamento sempre maggiore di quel certo suo essere di cui, a forza di pitture sincere che ne lascino l'idea non meno incoerente, di rettificazioni che non riescono ad isolarne l'essenza, di puntelli e di difese che non impediscono alla sua statua di vacillare, di strette narcisistiche che si estenuano ad animarla del loro soffio, finisce per riconoscere che questo essere non è mai stato altro che la sua opera nell'immaginario e che quest'opera delude in lui ogni certezza.” (242-243)
Ecco qua riassunti dieci-venti-trentanni di analisi in poche righe.
La frustrazione non è di un desiderio, ma di un oggetto, l'io, in cui il desiderio del soggetto è alienato.
L'aggressività non è affatto quella animale di un desiderio frustrato, ma quella dello schiavo, che è frustrato perché lavora per un altro, il suo io.
Cosa c'è sotto l'analisi delle resistenze? Un io più figo, sempre quello dell'analista, con cui fondersi. Quindi una nuova cattura, non meno immaginaria di prima.
“L'arte dell'analista dev'essere quella di sospendere le certezze del soggetto, finché se ne consumano gli ultimi miraggi.” (245)
E l'analista deve dare l'interpunzione affinché il pasto si consumi, e il taglio della seduta è uno degli strumenti di cui si serve per questa operazione di punteggiatura.
Del resto la difesa della seduta breve è una delle ragioni di questo testo.
L'interpunzione del taglio della seduta, la sua interpunzione 'puramente cronometrica' facilita il consumo, da parte del soggetto in analisi la sospensione delle certezze, il consumo degli 'ulltimi miraggi' e il precipitare della conclusione.
E' così che può prodursi, per Lacan, la regressione, che è “l'attualizzazione nel discorso delle relazioni fantasmatiche restituite da un ego ad ogni tappa della decomposizione della sua struttura.
Il solo oggetto alla portata dell'analista è la relazione immaginaria, che non è eliminabile, è tramite quella che è legato al soggetto in quanto io. L'analista deve servirsene alla maniera del vangelo “ orecchi per non intendere” o come dicono i csi: “la facoltà di non sentire
la possibilità di non guardare”.

anche la disperazione impone dei doveri
e l'infelicità può essere preziosa
non si teme il proprio tempo è un problema di spazio
non si teme il proprio tempo è un problema di spazio
geniali dilettanti in selvaggia parata
ragioni personali una questione privata
la facoltà di non sentire
la possibilità di non guardare
il buon senso la logica i fatti le opinioni le raccomandazioni
occorre essere attenti per essere padroni di se stessi occorre
essere attenti
luogo della memoria pomeriggio di festa
giovane umanità antica fiera indigesta


ché vi cito questa canzone? Innanzitutto perché Lacan ci spinge: siate contemporanei.
“non si teme il proprio tempo è un problema di spazio”
E i CSI lo sono stati contemporanei, perché questa canzone ha parlato a moltissimi giovani, giovani adulti e giovani che non lo erano già più. Migliaia di noi si sono riconosciuti in queste parole.
L'estratto è dalla canzone Linea Gotica, dell'album Linea Gotica, pubblicato nel 1996 dai CSI, Consorzio Suonatori Indipendenti, gruppo rock indipendente nato dalle ceneri dei CCCP.
La canzone (come si legge su Wikipedia) è incentrata su alcuni avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale. E la linea Gotica, Goetenstellung, fu la linea difensiva istituita dal fedelmaresciallo tedesco Albert Kesselring nel 1944 nel tentativo di rallentare l'avanzata dell'esercito alleato verso il nord Italia. La canzone si apre con una citazione di un racconto di Beppe Fenoglio, con riferimenti alla città piemontese, Alba, protagonista di un capitolo della storia della Resistenza italiana.
Ma io trovo in queste parole una grande risonanza universale per quello che evoca Lacan della posizione dell'analista che deve avere orecchi per non sentire, ma anche per quello che rappresenta la fine di un'analisi, almeno gli ultimi anni dell'analisi, dove si dispiegano 'gli ultimi miraggi' e si avverte che, siccome, come dice Lacan, a proposito del non agire dell'analista: “è fondato sul nostro sapere affermato circa il principio che tutto ciò che è reale è razionale, e sul motivo che ne deriva che spetta al soggetto ritrovare la sua misura.”
Solo così il soggetto può arrivare a cogliere la sua schiavitù immaginaria, e arrivare a scegliersi la parte, ammesso che lo voglia.
Ma non tutti possono smettere di gustare la torta alla crema, e non tutti quelli che possono, lo vogliono. Certo è che non ci sono vie di mezzo: o ci si gode. O no. O si desidera. O no. Se si continua a consumare miraggi non si può assumere la responsabilità del proprio desiderio.
“La fine di quel momento è quello che viene chiamato castrazione. L’accettazione di quello porta la normalità. Non tutti l’accettano devo dire….” (Conferenza di Antonio Di Ciaccia sul Seminario XVIII di J. Lacan, venerdì 26.11.2010. Rimini, gentilmente sbobinata da Ermanna Mazzoni)

Prima parte dell'intervento di Annalisa Piergallini
Antenna di Ancona, Istituto Freudiano, 28.01.2011
(ilmiolacan/blogspot.com)

domenica 27 marzo 2011

CREARE

Creare creare
creare nella mente creare nel muscolo creare nel nervo
creare nell'uomo creare nella massa
creare
creare con occhi asciutti

Creare creare
oltre la profanazione della foresta
oltre il fortilizio impudico della sferza
oltre il profumo dei tronchi segati
creare
creare con occhi asciutti
...

Agostinho Neto (trad. it. Joyce Lussu)

giovedì 24 marzo 2011




Sono aperte le iscrizioni al
Convegno annuale della
Scuola Lacaniana di Psicoanalisi
www.scuolalacaniana.it


Quote di iscrizione:
€ 100,00 entro il 30.3.2011
€ 50,00 entro il 30.3.2011 per gli studenti (sino a 26 anni)
Per gli allievi dell’Istituto freudiano la partecipazione è obbligatoria e gratuita.

- dopo il 30.3.2011
€ 130,00
€ 70,00 per gli studenti (sino a 26 anni)

E.C.M.: E’ in corso la richiesta di crediti ECM per medici e psicologi. Il costo è di € 20,00.

Modalità di iscrizione: Bonifico bancario sul conto corrente intestato a:
Scuola Lacaniana di Psicoanalisi, Deutsche Bank - Ag. H 468 di Milano,
Codice IBAN: IT76M0310401608000000821332.
Importante: nella causale specificare nome e cognome di chi si iscrive al Convegno.
Dopo il pagamento del bonifico potete compilare il modulo di iscrizione che trovate in allegato e che vi prego di inviare a: segreteriaoperativa@scuolalacaniana.it


Proposte di Intervento
Le proposte di intervento nelle sale simultanee dovranno essere inoltrate a m.bolgiani@libero.it entro il 10. 3. 2011.
I testi, che non dovranno superare le 10.000 battute, dovranno essere inviati entro il 15. 4 2011 sempre a m.bolgiani@libero.it e dovranno inerire i tre assi tematici previsti:
- Eclissi e varianti del desiderio
- Trasformazioni della domanda
- Inerzia e mutamenti della soddisfazione


Attività collaterali al Convegno
Il Comitato organizzativo, costituito da Carlo Monteleone, Laura Freni e Giovanni Lo Castro propone alcuni eventi culturali di grande valore artistico e di ineguagliabile bellezza.

- Venerdì 10 giugno. Acitrezza e Acicastello, per la visita al Castello normanno ed ai Faraglioni (le “pietre” scagliate da Polifemo contro Ulisse). Distanza da Catania 2 km, percorribili con l’autobus di città
- Sabato 11 giugno durante la pausa pranzo, visita alle antiche cucine del monastero dei Benedettini (necessaria la prenotazione)

- Domenica 12 giugno (dopo il Convengo) Gita a Siracusa dove la sera al Teatro Greco, all’interno del Ciclo di Spettacoli Classici, verrà rappresentata la tragedia di Filottete di Sofocle. (per info www.indafondazione.org). A Siracusa si potrà anche cenare nell’incantevole isola di Ortiglia.
- In alternativa alla visione della Tragedia a Siracusa, sempre domenica pomeriggio, escursione sull’Etna (Casa Cantoniera 2000 m., con possibile estensione sino ai 2700 m., in funivia o in fuoristrada) L’escursione presenta un interesse particolare in quanto è prevista, non garantita, un’attività eruttiva. Sarà possibile sia cenare in un ristorante sul posto, oppure rientrare Catania, per godere della bellissima “movida” nel centro storico.
- Quanti lo desiderano potranno optare anche per una escursione nella incantevole Taormina, raggiungibile sia in autobus che in treno, o, in alternativa, con un mezzo organizzato. (in ragione del numero dei partecipanti). Anche in questo caso sarà possibile cenare in loco.
-
- Per informazioni e prenotazioni agli eventi proposti scrivere a Giovanni Lo Castro:. locastro@interfree.it
Isabella Ramaioli
Segretario SLP